Meghan Markle ha rivelato in un articolo scritto di suo pugno per il New York Times di aver perso il secondo figlio che aspettava con Harry (che non vuole più essere chiamato principe) lo scorso luglio.
La Duchessa del Sussex ha cominciato descrivendo una sua tipica mattina, tra faccende di tutti i giorni e il prendersi cura del primogenito Archie: "Fare colazione. Dare da mangiare al cane. Prendere le vitamine. Cercare quel calzino mancante. Raccogliere quel pastello rotolato sotto al tavolo. Farmi la coda prima di prendere mio figlio dalla culla".
"Dopo aver cambiato il suo pannolino, ho sentito un forte crampo. Sono caduta sul pavimento con lui tra le braccia, mormorando una ninnananna per tenerci entrambi calmi, la melodia allegra era in netto contrasto con la sensazione che qualcosa non andasse bene. Sapevo, mentre stringevo il mio primo figlio, che stavo perdendo il mio secondo".
La 39enne ha continuato raccontando che in ospedale, dopo l'aborto spontaneo e "tenendo la mano di mio marito, umida dalle lacrime di entrambi", ha ricordato quando lo scorso anno, alla fine del tour in Sudafrica: "Ero esausta. Stavo allattando il nostro bambino e cercavo di mantenere una faccia coraggiosa davanti allo scrutinio pubblico".
A quel punto un giornalista le chiese in un'intervista: "Stai bene?" e quella domanda le è tornata alla mente: "Ho realizzato che l'unico modo di iniziare a guarire è chiedere per prima cosa: 'stai bene?'".
Ha quindi allargato quella domanda davanti al periodo difficile che ha portato il 2020, con la pandemia covid-19, l'isolamento sociale, le morti di Breonna Taylor e George Floyd e le conseguenti proteste Black Lives Matter, il mettere in discussione fatti scientifici, le elezioni presidenziali Usa e il polarizzarci su opinioni contrastanti: "Sembra che non siamo più d'accordo su ciò che è vero".
Meghan Markle ha concluso con un appello a "impegnarsi a chiedere agli altri: 'Stai bene?'. Per quanto possiamo non essere d'accordo e fisicamente distanti, la verità è che siamo più connessi che mai per tutto ciò che abbiamo sopportato individualmente e collettivamente quest'anno".
"Ci stiamo aggiustando a una nuova normalità dove i visi sono nascosti da mascherine, ma ci forza a guardarci negli occhi (...). Per la prima volta in molto tempo, come esseri umani, ci vediamo l'un l'altro davvero".
"Siamo bene? Staremo bene".
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